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Fotogallery Entro i limiti della media Europea

Entro i limiti della media europea

oratorio in nero per le morti bianche (così le chiamano)

di nino romeo

con
graziana maniscalco
e nino romeo

regia
nino romeo

premio Calcante 2010

 

Una donna si presenta al pubblico; è la moglie di un uomo vittima di un incidente sul lavoro, morto da poche ore. Parla, domanda e risponde ad un immaginario uditorio; emerge così il rapporto con il suo uomo, il dolore per la perdita, il licenziamento annunciato per il giorno successivo a quello in cui lui ha trovato la morte.

 

 

La gente che le sta intorno le chiede di partecipare alle trasmissioni televisive che tratteranno dell'ennesima tragedia sul lavoro: lei rifiuta: non vuole che il suo dolore privato diventi pubblico spettacolo; ma soprattutto non vuole partecipare della funzione normalizzante e compassionevole assunta dai media in queste occasioni.

Più procede il flusso di ricordi, immagini, pensieri, più emerge in lei la consapevolezza che la vera lezione di vita che quella morte porta in sé è il rifiuto, intimo e radicale, di un modello produttivo basato sullo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, sul profitto che i pochi ricavano dal lavoro e dalla vita di tanti.

Compressa dal dolore, la donna mantiene la lucida autonomia del giudizio: il suo linguaggio non è falsamente mimetico, non è quello che vorrebbe metterle in bocca chi ritiene i subordinati per classe incapaci di rendere immagini e pensieri in parole; e non è il linguaggio concettuale di intellettuali rabbonenti; è parola spezzata, graduale consapevolezza linguistica che avanza in parallelo alla consapevolezza di sé acquisita attraverso un trauma insanabile.

A precedere la pièce, un uomo ripete ostinatamente le stesse battute: sono le parole che il padre di uno degli operai morti nel rogo della Thyssen ripeteva mostrando la fotografia del figlio. Quelle poche parole sono segni definitivi di rabbia, di dolore e di accusa.

Il titolo riporta una frase tante volte ascoltata da politici, imprenditori, commentatori: il cinismo di questa frase non è soltanto verbale; è cinismo "di sistema".

Non è vero che le morti sul lavoro sono "un dramma nazionale che unisce tutti i cittadini"; è una tragedia secolare che ci divide: per condizioni, per sensibilità, per valori.

 

scheda - rassegna stampa - premi - fotogalley


Estratto della rassegna stampa

 

hanno scritto di Entro i limiti
Carmelita Celi - Pippo Di Marca - Adriana Falsone - Marcantonio Lucidi - Simonetta Trovato - Guido Valdini (2) - Ettore Zocaro

 

Carmelita Celi «La Sicilia» del 21 marzo 2010

Catania - (...) Un bianco e nero che abbaglia in "Oratorio in nero per le morti bianche (così le chiamano)", sottotitolo eloquentissimo e riarso, secondo Nino Romeo...drammaturgo blasonatissimo, con Graziana Maniscalco, corpo ed anima della sterminata antologia d'altissimo artigianato teatrale...

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Marcantonio Lucidi «Left» del 26 marzo 2010

Oratorio per una rivolta

Roma - (...) Nino Romeo ha portato all'Atelier Metateatro di Roma un suo monologo interpretato da un'attrice di temperamento evidente, Graziana Maniscalco. (...) La difficoltà è magnificamente superata da Graziana Maniscalco che usa, con fredda tecnica, lo stratagemma di "sporcare" la recitazione... Questa "sporcatura" offre un più di realismo non alla recitazione in sé (che farebbe figura d'artificio e lederebbe la prova dell'attrice) ma al dramma interiore del personaggio... Qualsiasi sospetto di retorica viene così evitato attraverso un processo di avvicinamento e un altro di allontanamento (...) Il rifiuto di adottare un linguaggio conformista, tranquillizzane, asettico, la scelta da parte dell'attrice di una parola spezzata, straziata, tormentata n lotta con l'italiano ospedaliero di intellettuali ipocritamente taumaturghi, sono il segno di uno spettacolo che non si limita alla denuncia, non si soddisfa dell'urlo, ma chiede la rivolta.

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Ettore Zocaro «La Sicila» del 30 marzo 2010

Roma - (...) Un pregevole testo di Nino Romeo noto per il suo coraggio e la sua indipendenza, autori di testi duri e poetici (si pensi a "La rondine, l'usignolo e l'upupa) che occupano un posto a sé fuori da teatro convenzionale. (...) Il testo di Romeo è compatto e lineare, segue un percorso di cadenze che nei tempi narrativi e negli accenti verbali sembra rifarsi all'antica tragedia greca.

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Pippo Di Marca «Ridotto» aprile-maggio 2010

(...) E qui, nello spettacolo "Entro i limiti della media europea" proprio Graziana si manifesta come l'anima, o persona scenica, di questo corpo pienamente sodale, ricco di furore e di pathos, di indignazione e di dolore, e pure non privo di 'grazia'. In uno spazio scenico spoglio di tutto, tranne che dei muri che lo delimitano, dunque in una scena-teatro pensata come una gabbia, o una prigione del dolore, o una 'camera della tortura', la vedova di un uomo morto sul lavoro da poche ore elabora il suo lutto. E' un flusso ininterrotto di ricordi, di pensieri, di passione umana e civile, di accuse, di rabbia a stento trattenuta . E' un movimento continuo della protagonista unica, un peregrinare in questo luogo senza uscite, per stazioni segnate e scandite, dislocate, a volte ripercorse come un insensato 'ricorso' dai passaggi del testo e da un sapiente gioco di luci che disseziona lo spazio e ne moltiplica gli anfratti,con geometrie ben delineate, coatte, per tagli netti a segmentare il buio, ai lati, o ad evidenziare frontalmente i muri come barriere invalicabili e tuttavia anche come ancore, robusti sostegni cui appoggiarsi, contro cui sfogarsi, su cui persino dondolarsi. Un caso raro in cui la scena, o meglio la non scena, la sua assoluta nudità e le luci sono a pieno titolo drammaturgia. E in questa partita con la morte, con la vita, con il dolore, Graziana Maniscalco compone una sofferta, dolente sinfonia di gesti e suoni, con un andamento dapprima incerto, quasi un pianissimo, o un andante; e poi, man mano si fa mossa, vibrante, si accende in improvvisi, sincopati acuti. Il percorso, la partita sono lucidi, rigorosi e al tempo stesso partecipi, appassionati, febbrili: mai tuttavia scomposti. E quest'ultima considerazione mi fa venire alla mente un testo meno recente di Nino, quel "Post mortem" di cui io ho curato la regia e che Nino ha scritto in un certo senso cucendoselo addosso in modo che la passione e la lucidità pervadessero indistintamente il lui autore e il lui interprete. (...) A dimostrazione, ove ce ne fosse bisogno, un solo stile li accomuna e li distingue (dagli altri), li identifica, una sola strada hanno saputo percorrere con estrema coerenza. (...) La riprova la si individua poi nei fati, nella drammaturgia, nella musica interiore dei testi, concepiti come 'partiture' prima ancora e insieme che come storie, come narrazioni.

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Guido Valdini «la Repubblica» di Palermo del 3 agosto 2010

L'impegno civile sposa i sentimenti: così Romeo racconta il rogo Thyssen

Gibellina - Una figurina nera schiacciata da un enorme spazio vuoto lancia il suo durissimo atto d'accusa contro una società che sfrutta, uccide e spettacolarizza il lutto. Una donna sola striscia contro un muro, va e viene, scivola sui suoi passi, corpo che sfida le ombre e gli squarci di luce in una sorta di balletto doloroso (...) Giocata nella desertica e fascinosa scenografia naturale del Teatro degli Ulivi di Gibellina, e accolto con grande favore dal Pubblico, "Entro i limiti della media europea" di Nino Romeo trae spunto dalrogo della Thyssen per affrontare il dramma delle morti bianche e per smascherare tutto il labirinto di potere che ci sta dietro. Ma lo fa senza agitare quella vis polemica e ideologica che quasi sempre il teatro a tesi si trascina. Anzi, la qualità del testo di Romeo consiste proprio nel sapere coniugare l'impegno civile con la ricchezza sentimentale, immergendo la materia sociale nel grumo del cuore di una donna; nell'usare un linguaggio scabro e incisivo all'interno di un'aura poetica che richiama la tragedia greca, colloquiale ma anche denso di rimandi letterari e orchestrazioni metaforiche; nell'ammortizzare la prevedibilità del racconto in un ritmo di forte intensità emotiva. Dove l'indignazione è lucida e controllata, talora beffarda, il grido è lacerante ma soffocato. Testo al quale, Graziana Maniscalco, attrice di maturo e nervoso talento, offre una dedizione interpretativa di prim'ordine, fatta di accensioni e ripiegamenti, stridori, spezzature e vibrazioni che salgono dalle viscere per esondare sulla punta della lingua. (...)

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Guido Valdini «la Repubblica» di Palermo del 7 agosto 2010

A Gibellina un festival ricco di segni forti

(...) la ricchezza sentimentale e l'impegno civile per una ribellione contro le morti bianche di Nino Romeo (...) Denuncia quella di Entro i limiti della media europea di Romeo: un canto danzato doloroso e acuminato che si oppone al cinismo del sistema delle multinazionali, protagonista una Graziana Maniscalco di grande intensità.

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Adriana Falsone «la Repubblica» di Palermo del 16 marzo 2011

Palermo - Il dolore della morte poco alla volta cede il passo alla consapevolezza della vita. (...) La parola spezzata dal dolore diventa graduale consapevolezza linguistica che avanza in parallelo alla coscienza di sé, alla voglia di un riscatto sociale.

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Simonetta Trovato «il Giornale di Sicilia» del 18 marzo 2011

Palermo - Le parole restano lì, nell'aria, sospese da un dolore che viene da profondo, dalla bocca dello stomaco, contratte in un groviglio di vene, sangue, ossa, lacrime. Entro i limiti della media europea è un monologo che segna il ritorno -finalmente- sulla scena palermitana del Gruppo Iarba. Il testo di Nino Romeo, affidato a Graziana Maniscalco (...) è un esempio abbastanza raro ormai, di teatro civile che l'attrice sciorina come stesse dispiegano un lenzuolo bianco, una sindone contemporanea di sudore e lacrime, u fiume che scorre lento negli argini che non permettono sbavature né affluenti. Misurata, corretta: in una parola bravissima.

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scheda - rassegna stampa - premi - fotogalley


Motivazione delle Giuria del Premio Calcante 2010

Entro i limiti della media europea di Nino Romeo è -al contempo- un assai incisivo pezzo di "teatro politico" e una suggestiva prova di teatro delle passioni, dell'ira e della dignità offesa.

La terribile vicenda del rogo della Thyssen risulta emblematica e incancellabile nella nostra memoria individuale e sociale; e Romeo ha avuto, anche sul piano strettamente drammaturgico, la capacità di renderne il senso atroce con un linguaggio scarnificato eppure densissimo, incandescente e tuttavia raggelante. Dal pozzo oscuro del suo dolore, la moglie di un operaio morto da poche ore in un incidente sul lavoro, incarnata sulla scena da un'attrice di plastica sensibilità come Graziana Maniscalco, impartisce una dolorosa lezione di consapevolezza civile col suo rifiuto di prestarsi al gioco delle cerimonie ufficiali, che sempre più somigliano a una pantomima autoreferenziale e ipocrita, opponendo invece a tutto ciò un percorso di disperato ritrovamento memoriale e onirico del compagno perduto.

Un monologo di lacerata compostezza.


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Entro i limiti della media europea di nino romeo

oratorio in nero per le morti bianche (così le chiamano)

estratto della rassegna stampa cronologica

 

 

hanno scritto di Entro i limiti (in ordine alfabetico)

Carmelita Celi - Pippo Di Marca - Adriana Falsone - Marcantonio Lucidi - Simonetta Trovato - Guido Valdini (2) - Ettore Zocaro

 

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Carmelita Celi «La Sicilia» del 21 marzo 2010

Catania - (...) Un bianco e nero che abbaglia in "Oratorio in nero per le morti bianche (così le chiamano)", sottotitolo eloquentissimo e riarso, secondo Nino Romeo...drammaturgo blasonatissimo, con Graziana Maniscalco, corpo ed anima della sterminata antologia d'altissimo artigianato teatrale...

 

Marcantonio Lucidi «Left» del 26 marzo 2010

Oratorio per una rivolta

Roma - (...) Nino Romeo ha portato all'Atelier Metateatro di Roma un suo monologo interpretato da un'attrice di temperamento evidente, Graziana Maniscalco. (...) La difficoltà è magnificamente superata da Graziana Maniscalco che usa, con fredda tecnica, lo stratagemma di "sporcare" la recitazione... Questa "sporcatura" offre un più di realismo non alla recitazione in sé (che farebbe figura d'artificio e lederebbe la prova dell'attrice) ma al dramma interiore del personaggio... Qualsiasi sospetto di retorica viene così evitato attraverso un processo di avvicinamento e un altro di allontanamento (...) Il rifiuto di adottare un linguaggio conformista, tranquillizzane, asettico, la scelta da parte dell'attrice di una parola spezzata, straziata, tormentata n lotta con l'italiano ospedaliero di intellettuali ipocritamente taumaturghi, sono il segno di uno spettacolo che non si limita alla denuncia, non si soddisfa dell'urlo, ma chiede la rivolta.

 

Ettore Zocaro «La Sicila» del 30 marzo 2010

Roma - (...) Un pregevole testo di Nino Romeo noto per il suo coraggio e la sua indipendenza, autori di testi duri e poetici (si pensi a "La rondine, l'usignolo e l'upupa) che occupano un posto a sé fuori da teatro convenzionale. (...) Il testo di Romeo è compatto e lineare, segue un percorso di cadenze che nei tempi narrativi e negli accenti verbali sembra rifarsi all'antica tragedia greca.

 

Pippo Di Marca «Ridotto» aprile-maggio 2010

(...) E qui, nello spettacolo "Entro i limiti della media europea" proprio Graziana si manifesta come l'anima, o persona scenica, di questo corpo pienamente sodale, ricco di furore e di pathos, di indignazione e di dolore, e pure non privo di 'grazia'. In uno spazio scenico spoglio di tutto, tranne che dei muri che lo delimitano, dunque in una scena-teatro pensata come una gabbia, o una prigione del dolore, o una 'camera della tortura', la vedova di un uomo morto sul lavoro da poche ore elabora il suo lutto. E' un flusso ininterrotto di ricordi, di pensieri, di passione umana e civile, di accuse, di rabbia a stento trattenuta . E' un movimento continuo della protagonista unica, un peregrinare in questo luogo senza uscite, per stazioni segnate e scandite, dislocate, a volte ripercorse come un insensato 'ricorso' dai passaggi del testo e da un sapiente gioco di luci che disseziona lo spazio e ne moltiplica gli anfratti,con geometrie ben delineate, coatte, per tagli netti a segmentare il buio, ai lati, o ad evidenziare frontalmente i muri come barriere invalicabili e tuttavia anche come ancore, robusti sostegni cui appoggiarsi, contro cui sfogarsi, su cui persino dondolarsi. Un caso raro in cui la scena, o meglio la non scena, la sua assoluta nudità e le luci sono a pieno titolo drammaturgia. E in questa partita con la morte, con la vita, con il dolore, Graziana Maniscalco compone una sofferta, dolente sinfonia di gesti e suoni, con un andamento dapprima incerto, quasi un pianissimo, o un andante; e poi, man mano si fa mossa, vibrante, si accende in improvvisi, sincopati acuti. Il percorso, la partita sono lucidi, rigorosi e al tempo stesso partecipi, appassionati, febbrili: mai tuttavia scomposti. E quest'ultima considerazione mi fa venire alla mente un testo meno recente di Nino, quel "Post mortem" di cui io ho curato la regia e che Nino ha scritto in un certo senso cucendoselo addosso in modo che la passione e la lucidità pervadessero indistintamente il lui autore e il lui interprete. (...) A dimostrazione, ove ce ne fosse bisogno, un solo stile li accomuna e li distingue (dagli altri), li identifica, una sola strada hanno saputo percorrere con estrema coerenza. (...) La riprova la si individua poi nei fati, nella drammaturgia, nella musica interiore dei testi, concepiti come 'partiture' prima ancora e insieme che come storie, come narrazioni.

 

Guido Valdini «la Repubblica» di Palermo del 3 agosto 2010

L'impegno civile sposa i sentimenti: così Romeo racconta il rogo Thyssen

Gibellina - Una figurina nera schiacciata da un enorme spazio vuoto lancia il suo durissimo atto d'accusa contro una società che sfrutta, uccide e spettacolarizza il lutto. Una donna sola striscia contro un muro, va e viene, scivola sui suoi passi, corpo che sfida le ombre e gli squarci di luce in una sorta di balletto doloroso (...) Giocata nella desertica e fascinosa scenografia naturale del Teatro degli Ulivi di Gibellina, e accolto con grande favore dal Pubblico, "Entro i limiti della media europea" di Nino Romeo trae spunto dalrogo della Thyssen per affrontare il dramma delle morti bianche e per smascherare tutto il labirinto di potere che ci sta dietro. Ma lo fa senza agitare quella vis polemica e ideologica che quasi sempre il teatro a tesi si trascina. Anzi, la qualità del testo di Romeo consiste proprio nel sapere coniugare l'impegno civile con la ricchezza sentimentale, immergendo la materia sociale nel grumo del cuore di una donna; nell'usare un linguaggio scabro e incisivo all'interno di un'aura poetica che richiama la tragedia greca, colloquiale ma anche denso di rimandi letterari e orchestrazioni metaforiche; nell'ammortizzare la prevedibilità del racconto in un ritmo di forte intensità emotiva. Dove l'indignazione è lucida e controllata, talora beffarda, il grido è lacerante ma soffocato. Testo al quale, Graziana Maniscalco, attrice di maturo e nervoso talento, offre una dedizione interpretativa di prim'ordine, fatta di accensioni e ripiegamenti, stridori, spezzature e vibrazioni che salgono dalle viscere per esondare sulla punta della lingua. (...)

 

Guido Valdini «la Repubblica» di Palermo del 7 agosto 2010

A Gibellina un festival ricco di segni forti

(...) la ricchezza sentimentale e l'impegno civile per una ribellione contro le morti bianche di Nino Romeo (...) Denuncia quella di Entro i limiti della media europea di Romeo: un canto danzato doloroso e acuminato che si oppone al cinismo del sistema delle multinazionali, protagonista una Graziana Maniscalco di grande intensità.

 

Adriana Falsone «la Repubblica» di Palermo del 16 marzo 2011

Palermo - Il dolore della morte poco alla volta cede il passo alla consapevolezza della vita. (...) La parola spezzata dal dolore diventa graduale consapevolezza linguistica che avanza in parallelo alla coscienza di sé, alla voglia di un riscatto sociale.

 

 

Simonetta Trovato «il Giornale di Sicilia» del 18 marzo 2011

Palermo - Le parole restano lì, nell'aria, sospese da un dolore che viene da profondo, dalla bocca dello stomaco, contratte in un groviglio di vene, sangue, ossa, lacrime. Entro i limiti della media europea è un monologo che segna il ritorno -finalmente- sulla scena palermitana del Gruppo Iarba. Il testo di Nino Romeo, affidato a Graziana Maniscalco (...) è un esempio abbastanza raro ormai, di teatro civile che l'attrice sciorina come stesse dispiegano un lenzuolo bianco, una sindone contemporanea di sudore e lacrime, u fiume che scorre lento negli argini che non permettono sbavature né affluenti. Misurata, corretta: in una parola bravissima.